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Ciclo di incontri in collaborazione con UniFi

27 Febbraio 2025 | 17:30

Ciclo di incontri per favorire la promozione e la conoscenza della lingua, della cultura, delle tradizioni del Giappone e del Buddhismo a cura di Diego Cucinelli e Anna Maria Shinnyo Marradi in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze Dipartimento FORLILPSI.

 

Normalità e stigma, due lati della stessa cosa

Che cosa è la normalità? Cosa è lo stigma? Quali caratteri ha l’esperienza sociale della stigmatizzazione?

Il seminario si concentra sulle idee principiali del libro di Erving Goffman Stigma. Note sulla gestione dell’identità degradata.

Il tema di fondo è la comprensione della normalità e dello stigma come significati generati nell’interazione sociale, come fenomeni che si definiscono per reciproca esclusione, come due metà di una medesima realtà rappresentazionale.

Un “sintomo” interessante di questa duplice realtà è il sentimento di ambivalenza tra il sentirsi normali e il sentirsi diversi dai normali che in forme sociali differenti può essere osservato nei rapporti tra persone che condividono una attributo da altri ritenuto screditante.

C’è una differenza tra la consistenza dell’identità di stare con i suoi, un’identità che si presenta come un’identità forte, fino all’essere di contrapposizione ai normali e la consistenza dell’identità di normale, sulla cui base non si costruisce un associazionismo, una maniera di stare insieme. In altre parole, la normalità, così importante come costrutto ideale per qualsiasi società umana, non offre la base per un sentimento di appartenenza ad una comunità; l’appartenenza al gruppo dei normali sembra funzionare in modo diverso dall’appartenenza al gruppo dei suoi.

Per lo stigmatizzato-con-i suoi essere normali è una richiesta e anche una pretesa, cioè si chiede che gli altri ci riconoscano come normali, ma si pretende anche di esserlo già. Si chiede di poter essere normali come si è, non di essere normali come un altro. L’attributo screditante fornisce un’appartenenza nella misura in cui è un elemento comune. Sull’attributo screditante convergono i sentimenti di identificazione tra persone differenti, fa da punto di addensamento di emozioni e sentimenti di esclusione, offrendo la base per un’identità condivisa. Condividere la carenza che lo stigma sottolinea rende quella carenza un potenziale contenuto di identificazione e valorizzazione per differenza. Ciò che è oggetto di stigma può venire risignificato come identità forte, come differenza rivendicata.

La normalità non ha un attributo rispetto al quale le persone si definiscono normali. I normali chiedono di essere riconosciuti normali e vogliono che gli altri li riconoscano normali, ma non c’è una base comune tra i normali. La loro condizione è definita per differenza rispetto ad altri, come un non avere attributi ritenuti screditanti in una situazione data.

La normalità non offre una base per un sentimento di appartenenza ad una comunità, non fonda legami tra simili: tra normali non si è simili, perché si condivide solo l’assenza della carenza in quel momento ritenuta screditante.

Nelle più diverse situazioni, ciascuno aspira al riconoscimento come normale da parte degli altri, mostrando di sé gli attributi che nella situazione possono farlo accettare come normale. Questa aspirazione è sempre in riferimento a modelli di normalità che sono costrutti ideali, non attributi concreti. In quanto costrutto ideale o modello di aspirazione, l’identità dei normali è vuota di contenuti sui quali costruire un’identificazione durevole nel tempo, a differenza dello stigma, ma, come lo stigma, sempre dipendente dalle definizioni delle situazioni. In questa prospettiva essere normali significa semplicemente essere accettati nell’interazione come membri regolari di quella categoria sociale la cui appartenenza, in quella situazione, viene performata come identità di ruolo.

Goffman ci mostra che l’attributo screditante può, da segno di discriminazione, diventare segno di identificazione,  dare una base per la relazione e soprattutto per l’associazione. Invece, la normalità non può altrettanto, perché consiste semplicemente nell’essere accettati come membri regolari di una categoria sociale, dalla quale dipende l’identità sociale di quella persona in quella situazione.

Intervengono
Marco Bontempi (UniFi)
Anna Maria Shinnyo Marradi (Shinnyoji)

 

Ingresso libero, uscita a offerta consapevole.

Prenotazione obbligatoria, posti limitati (info@zenfirenze.it)

Evento su Facebook:

 

Programma del ciclo dei prossimi incontri 2024-2025:

Dettagli

Data:
27 Febbraio 2025
Ora:
17:30

Luogo

Centro Zen Firenze Tempio Shinnyoji
Via Vittorio Emanuele II, 171
Firenze,